Reazioni
Il no al Ponte, Salvini: «Non è uno sgarbo alla Lega ma a tutti gli italiani. Mi aspettavo lo stop»
«La casta giudiziaria non ci fermerà», aggiunge il ministro delle Infrastrutture dopo la bocciatura della Corte dei Conti
«Questa è la casta giudiziaria che vede il crollo del suo potere e del suo impero. E queste sono le sue ultime, disperate invasioni di campo». Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera, Matteo Salvini, vice premier e ministro delle Infrastrutture, parlando della bocciatura del progetto del Ponte sullo Stretto da parte della Corte dei Conti. Quanto alla possibilità che si tratti di un pronunciamento come politico Salvini risponde: «Ma è chiaro. Ora, l’11 dicembre, ci sarà il mio processo in Cassazione per la vicenda Open Arms e chissà cosa accadrà... Il problema è che la scelta sul Ponte non è uno sgarbo alla Lega ma a tutti gli italiani. Lo fanno contro tutti. È un progetto a cui hanno lavorato 21 università italiane. Ventuno. Studi di progettazione di mezzo mondo, i migliori, dalla Danimarca al Giappone. Un progetto che desta una curiosità enorme a livello globale. È un progetto sostenuto dall’Europa: il commissario di oggi e il suo predecessore sono entrambi assolutamente favorevoli a quest’opera. E ora, vediamo una scelta dal sapore politico e pochissimo tecnico. Pensano di fermare questo progetto? Si sbagliano, e di grosso...».
«La mia proposta - prosegue Salvini - è quella di tornare in Consiglio dei ministri e approvare di nuovo il progetto. E poi lo approverà il Parlamento. Ripeto, qui c’è dentro l’università italiana, c’è dentro l’Italia. Dovrebbero tutti farsi dire di no da un mini sistema di potere?». Il ministro aggiunge che «la presidente ha convocato (per questa mattina, ndr) una riunione d’urgenza a Palazzo Chigi per affrontare la questione. Certo: qui ci sono in ballo miliardi, ci sono in ballo centinaia di migliaia di posti di lavoro e migliaia di aziende pronte a partire. Fermarci è un’assurdità».
Salvini ammette che si aspettava questo stop. «Ormai, sì. Questa mattina (ieri) all’udienza sono state fatte domande surreali, letteralmente». Ma perché è così convinto del pregiudizio ideologico? «Guarda caso, in Senato approda la riforma della Giustizia. Ma quella giudiziaria è l’ultima casta rimasta in Italia che non vuole scollarsi dal suo potere. Ma noi risponderemo in tutti i modi consentiti dalle regole democratiche» conclude.
