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Cronaca

Marina di Acate, un bagliore nel buio e la fumarola torna a bruciare

La denuncia di Terre Pulite: "Basta, non ne possiamo più. Fate qualcosa"

Redazione Ragusa

29 Ottobre 2025, 07:25

Marina di Acate, un bagliore nel buio e la fumarola torna a bruciare

La fumarola denunciata da Terre Pulite

Un bagliore nel buio e poi, di nuovo, quel fumo nero che sale lento, pesante, dal ciglio della strada. È accaduto ancora una volta, subito dopo la rotonda d’ingresso a Marina di Acate. Lì, sul lato sinistro della carreggiata, sono andati in fiamme plastica, copertoni e rifiuti agricoli di ogni tipo. Una scena già vista, purtroppo, ma ogni volta più insopportabile.

Il video del rogo, pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione Terre Pulite, ha subito fatto il giro dei social, accompagnato da un messaggio di esasperazione: “Non ce la facciamo più!”.

“È l’ennesima fumarola – scrive il gruppo ambientalista – Un atto di inciviltà e di impunità che devasta il nostro territorio, che avvelena l’aria che respiriamo, che mette in pericolo la salute di chi vive e lavora qui”.

Il rogo, secondo i volontari, non è un episodio isolato ma “una scena che si ripete da anni, sotto gli occhi di tutti, senza che nulla cambi davvero”.

La zona di Marina di Acate e delle campagne circostanti è da tempo al centro di segnalazioni e denunce per la presenza di microdiscariche e incendi di rifiuti plastici provenienti dalle serre. Un fenomeno che si trascina da anni e che, nonostante le operazioni di bonifica e le promesse istituzionali, continua a ripresentarsi con regolarità.

Non possiamo più accettare che il territorio di Marina di Acate e delle aree agricole continui a essere trasformato in una discarica e poi in un rogo”, prosegue il comunicato. “Chiediamo alle istituzioni, alle forze dell’ordine, agli enti di controllo: intervenite, agite, fate rispettare la legge”.

Il gruppo ambientalista si rivolge anche ai cittadini: “Chiediamo all’opinione pubblica di non voltarsi dall’altra parte. Terre Pulite continuerà a denunciare, a documentare, a parlare. Ma non basta più la voce di pochi cittadini stanchi ed esasperati: serve una presa di coscienza collettiva, serve che chi ha il potere di agire lo faccia, subito”. Un appello accorato, quello di Terre Pulite.

Alessia Cataudella