San Michele di Ganzaria
Allarme cinghiali: scendono in campo i cacciatori
La Regione dà l’ok al piano straordinario. Una “task force” effettuerà dei controlli all’interno del demanio

Da Palermo è giunta una prima risposta alla problematica riguardante la presenza incontrollata di cinghiali nel territorio sammichelese. La Regione, infatti, ha acceso semaforo verde ad azioni di contenimento, dando così attuazione al piano straordinario per la gestione controllata della fauna selvatica nel quadriennio 2025-2029.
A darne notizia è stato il sindaco Danilo Parasole, il quale l’ha ricevuta a seguito di contatti telefonici intercorsi con gli uffici dell’assessorato regionale all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale, a cui la scorsa settimana aveva indirizzato una richiesta urgente di intervento. È stato lo stesso primo cittadino a tratteggiare al nostro giornale i termini dell’operazione, che prenderà il via nei prossimi giorni. «La Regione - ha spiegato Parasole - ha autorizzato delle associazioni venatorie specializzate a compiere delle battute di caccia anche all’interno del demanio. Saranno all’incirca una sessantina, i quali si muoveranno in gruppo per tutte le zone interessate dal problema. Le aree sono state individuate a seguito delle testimonianze di coloro, in particolare agricoltori, che ne hanno accertato il passaggio e confermate con strumenti di geolocalizzazione, che permetteranno ai cacciatori di avere una migliore contezza dei luoghi. Presto - ha concluso il sindaco - agricoltori e allevatori potranno tirare un respiro di sollievo, dopo avere vissuto gli ultimi mesi tra tensione e paura».
Difatti sono stati ingenti i danni arrecati dai cinghiali alle colture, alle infrastrutture di aziende agricole e al bestiame, senza sottovalutare che la loro presenza ha innescato pregiudizio pure alla circolazione stradale, in particolare lungo le Statali 124 e 117/bis. Le contrade su cui stazionano sono: Cimia, Cutuminello, Consorto, Gatta-Tempio e Montagna Ganzaria, dove gli ultimi avvistamenti risalivano a quattro anni fa. La domanda che in molti si pongono a San Michele è come sia stato possibile una proliferazione di tale portata, visto che se ne contano a centinaia. A rispondere, con l’obbligo di anonimato, è stato un cacciatore di lungo corso: «Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di cinghiali e suini neri che sono arrivati nelle nostre zone dai boschi di Piazza Armerina e da ripopolamenti compiuti vicino Mazzarino. Il loro numero è quadruplicato, perché hanno trovato un habitat ideale presso le vallate che solcano il nostro territorio».
Martino Geraci