Il delitto
Omicidio Taormina, caccia continua ai complici di Maranzano: sono quattro i nuovi indagati per il delitto
Interrogate almeno altre sette persone. Contestato il reato di aver dato false informazioni

Un fotogramma dell'omicidio di Taormina
Ci sono almeno altri quattro indagati per l’omicidio di Paolo Taormina, 21 anni, avvenuto sabato sera nella zona dell’Olivella. Per quel delitto è già in carcere, reo confesso, Gaetano Maranzano, 28 anni, ma ancora c’è molto da chiarire per l’assassinio che ha letteralmente sconvolto la città.
Come aveva anticipato «La Sicilia» nell’edizione di ieri, le perquisizioni dei carabinieri allo Zen, quartiere dove è nato e cresciuto Maranzano, hanno dato i loro frutti, con alcune persone che sono state convocate in caserma. Si cercano i complici, quelli che hanno aiutato il presunto killer a dileguarsi dopo aver sparato un colpo di pistola e ucciso Taormina. Su due di loro in particolare si è concentrata l’attenzione degli investigatori.
Ieri mattina la procura diretta da Maurizio De Lucia ha disposto, a seguito dei risultati precedenti, nelle nuove perquisizioni. Come accertato dalle indagini Maranzano è arrivato dallo Zen fino in via Spinuzza in compagnia di altre persone. Alcune hanno partecipato alla rissa che ha preceduto l’omicidio.
Uno, in particolare, avrebbe schiaffeggiato uno dei clienti che è scappato, nascondendosi dietro le macchine parcheggiate nella stradina di fronte al teatro Massimo.
Poi Maranzano è fuggito insieme a tre amici. A casa di uno di loro i carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di Piazza Verdi hanno trovato le collane che l’assassino indossava al pub. Maranzano durante gli interrogatori ha confessato il delitto ma non ha mai detto chi era con lui quella sera. In tutto sono stati convocati dai carabinieri sette persone, che si sono presentate nella caserma di Piazza Verdi, per ora come persone informate sui fatti. I loro volti potrebbero essere impressi nei video delle telecamere che secondo dopo secondo hanno ripreso l’orribile delitto, con gli ultimi istanti di vita di Paolo Taormina.
Nel corso delle audizioni, la procura avrebbe poi contestato a quattro degli almeno sette giovani interrogati (ma potrebbero essere di più) il reato di false informazioni al pubblico ministero. Insomma, non avrebbero detto proprio tutta la verità.
E dopotutto Maranzano sia con i pubblici ministeri sia con il giudice alle indagini preliminari non ha detto una parola, sui possibili complici. Ha confessato e ha raccontato tutto quello che, secondo la sua versione dei fatti, è successo, ma quando gli hanno chiesto nomi di chi era con lui quella sera, di persone che lo hanno aiutato a fuggire, non ha fiatato. Maranzano sostiene che la vittima mesi prima avrebbe scritto sui social alla fidanzata. Un particolare su cui stanno indagando gli investigatori, ma al momento senza riscontri, nonostante Rosanna Vella, il legale del giovane arrestato, sostenga che ci sono alcuni messaggi che confermerebbero almeno questa tesi. «Siccome lui era in difetto con me mi guardava male e si agitava, nel suo cervello mi voleva sfidare», ha detto Maranzano, come si legge nel provvedimento di fermo.
«Mi diceva che non si doveva fare casino. I ragazzi facevano casino e lui è venuto a prendere di petto me. In più io avevo astio con lui per la cosa di mia moglie. Mi sfidava. Parlava verso di me diceva "qua non si deve fare vucciria. Mi state siddiando. Mi voleva mettere in cattiva luce davanti alle persone», ha raccontanto ancora Maranzano.
Il quartiere Zen sembra aver preso male, l’ennesimo giro di perquisizioni. Già mercoledì i carabinieri erano stati aggrediti durante un controllo antidroga in tutta la zona, ennesimo segnale della forze dell’ordine. Il blitz dei militari ha portato all’arresto di cinque persone: un uomo e una donna, di 69 e 67 anni, accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di arma da fuoco e tre uomini - di 54, 34 e 33 anni - arrestati per resistenza, violenza, minaccia, lesioni personali e oltraggio a pubblico ufficiale.