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Solidarietà

Ordigno davanti a casa di Sigfrido Ranucci, la Rai e i giornalisti in piazza e lui si commuove

Grandi manifestazioni di solidarietà, assemblee sindacali e appelli bipartisan per tutele, indagini rapide e riforma delle querele-bavaglio

Redazione La Sicilia

17 Ottobre 2025, 20:15

20:19

Ordigno davanti a casa di Sigfrido Ranucci, la Rai e i giornalisti in piazza e lui si commuove

Alle 18, Sigfrido Ranucci si affaccia dal primo piano della sede Rai di via Teulada: si stringe le braccia al petto, si asciuga le lacrime e manda baci a giornalisti, colleghi, amici e sostenitori radunati in strada per manifestargli vicinanza. La folla gli urla «forza» e «siamo noi la tua scorta», mentre si chiude una giornata per lui drammatica, iniziata con l’esplosione, nella serata precedente, di un ordigno davanti alla sua abitazione.

Il giorno è poi proseguito con un’assemblea urgente del Cdr Approfondimento in mattinata e, nel pomeriggio, con il presidio sotto il palazzo che ospita lo studio di Report, convocato da Fnsi, Usigrai e Stampa Romana. La risposta del mondo dell’informazione è stata immediata. L’assemblea ha votato all’unanimità lo stato di agitazione di tutti i giornalisti Rai, conferendo mandato al Cdr Approfondimento di coinvolgere i sindacati e gli altri Cdr delle testate per allargare l’adesione. Nel corso dei lavori è stata denunciata la delegittimazione dei giornalisti del Servizio pubblico e dei giornalisti di Rete non inquadrati in una testata, con «continui attacchi da parte della politica nei confronti dei giornalisti, nella chiusura dei programmi, nella riduzione delle puntate delle trasmissioni di inchiesta, nella sostituzione» di chi fa «inchiesta con nuove utilizzazioni».

In piazza, Roberto Natale, consigliere di amministrazione Rai, si è impegnato a portare «le richieste del Cdr al tavolo del vertice aziendale» e ha assicurato che «l’obiettivo sarà quello di dare al gruppo di Report e non solo quelle garanzie che il lavoro di approfondimento e inchiesta merita all’interno del servizio pubblico». Anche la politica ha reagito con forza, in modo bipartisan, con un fiume di attestati di solidarietà. Davanti alla Rai si sono visti volti istituzionali e conduttori della tv pubblica, tra cui Marco Damilano. In piazza, cartelli e bandiere di organizzazioni studentesche, Flc Cgil e Cgil Roma, Anpi, Snater Rai, e persino quella della Palestina. Numerosi gli interventi dal microfono. «Chiediamo a tutti i politici che le manifestazioni di solidarietà» a Ranucci «non durino il tempo di un tg», ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli. Un appello rilanciato da molti. «Sono almeno 15 anni che chiediamo una riforma sulle querele-bavaglio – ha ricordato la segretaria della Fnsi, Alessandra Costante –. L’abbiamo chiesta ai governi di tutti i colori, nessuno ha mai fatto nulla».

Il presidente della Federazione, Vittorio Di Trapani, ha aggiunto che «bisogna approvare un’aggravante per i reati contro l’informazione per le minacce e le intimidazioni contro i giornalisti». Da più parti è arrivata la richiesta di ritirare le querele contro Ranucci e Report. Per Nicola Zingaretti (Pd) «sarebbe un ottimo segnale di reazione democratica a un atto grave che ha messo in pericolo la vita delle persone». Sulla stessa linea il leader del M5S, Giuseppe Conte, presente con Patuanelli, Ricciardi, Quartini e Scerra, che ha rilanciato l’appuntamento di martedì alle 17.30 in piazza Santi Apostoli per «rivendicare la libertà di stampa e il pluralismo e soprattutto la democrazia». Da Avs, Elisabetta Piccolotti ha chiesto di agire «nella maniera più efficace e veloce possibile per individuare subito i colpevoli di questo attentato» e perché la politica avvii «una riflessione più ampia sulla libertà di stampa».