L’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, insieme a tutti i componenti del Consiglio di amministrazione, ha incontrato nel cortile della sede di via Teulada il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, dopo l’attentato avvenuto nella notte.
Il Cda ha sospeso la riunione in corso, che aveva all’ordine del giorno il piano industriale, per manifestare concretamente la propria solidarietà al giornalista e all’intera redazione della trasmissione. All’incontro era presente anche il direttore generale della Rai, Roberto Sergio.
Sul fronte delle indagini, i carabinieri di Frascati hanno rinvenuto, nella via adiacente all’abitazione di Ranucci, un’auto risultata rubata a Ostia a fine luglio, proprio nel luogo in cui sono esplosi gli ordigni. Sono attesi gli artificieri per gli accertamenti del caso.
“L’ho saputo direttamente da lui, che mi ha avvertito per rassicurarmi. La figlia aveva parcheggiato la macchina mezz’ora prima dell’esplosione e Sigfrido era tornato a casa da dieci minuti, la cosa più inquietante di tutte è che lui non tornava a casa da una decina di giorni, era in giro, e quindi è molto probabile che qualcuno lo abbia monitorato e lo stesse aspettando”, ha raccontato a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, il giornalista e inviato di Report Giorgio Mottola, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, in merito all’attentato subito da Ranucci. Alla domanda su come sia stata innescata l’esplosione, Mottola ha spiegato: “Attraverso una miccia, accesa da qualcuno che era lì e che infatti è stato visto fuggire via, un soggetto incappucciato”. Quanto allo stato d’animo del collega, ha aggiunto: “È spaventato profondamente per la sua famiglia, visto dov’è avvenuta l’esplosione, ed è anche preoccupato, come lo siamo anche noi, perché non capiamo da dove venga questa minaccia e se sia stato un avvertimento di qualcosa che accadrà”.
Sarebbe stato un passante ad aver visto un uomo incappucciato ieri sera a poca distanza dall’abitazione di Ranucci. In base a quanto si apprende, l’uomo avrebbe raccontato agli inquirenti della presenza sospetta. In base ai primi risultati delle indagini,
inoltre, non è escluso che chi ha posizionato l’ordigno rudimentale abbia seguito gli spostamenti del giornalista e il percorso seguito per rientrare nella villetta.