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Il processo

Spaghetti killer, il notaio e il consulente della difesa: «La signora Basso era capace di intendere»

Va a ritmi serrati il dibattimento davanti alla Corte d'Assise di Catania. I testimoni esaminati sul reato di circonvenzione d'incapace. Ma Paola Pepe risponde di omicidio

Laura Distefano

16 Ottobre 2025, 22:42

17 Ottobre 2025, 00:16

maria basso paola pepe

Maria Basso con la nipote Paola Pepe, ora imputata

 

«Maria Basso aveva capacità di autodeterminarsi. E quindi di scegliere quali erano le sue volontà». Il notaio Balestrazzi non ha battuto ciglio rispetto alle condizioni di lucidità dell'ottantenne morta in una casa di riposo ad Aci Castello nel Catanese, dopo che era stata arrivata in Sicilia da Asiago assieme alla nipote Paola Pepe, che ora è sotto processo per omicidio e circonvenzione di incapace. La facoltosa Maria Basso viveva in una struttura clinica in Veneto, quando è arrivata a Catania ha cambiato testamento due volte (nel primo c'è stato un errore) disponendo come unica erede Paola Pepe.



La stesura del testamento è stata fatta pochi giorni prima che la donna morisse per una polmonite ab ingestis causata - secondo la ricostruzione della procura di Catania - dopo aver ingerito un piatto di spaghetti e un dolce durante un pranzo con Paola Pepe. L'ottantenne aveva una patologia per cui doveva mangiare solo cibo omogeneo.

Ad essere esaminato oltre al notaio - citato dagli avvocati Carmelo Peluso e Dario Riccioli che assistono l'imputata - è stato anche il consulente neurologo professore Costanzo che ha confermato la capacità di intendere e di volere della signora. L'udienza quindi si è più concentrata sulla contestazione della circonvenzione di incapace che del reato di omicidio.

 

L'inchiesta da cui è scaturito il processo è stata condotta dai carabinieri di Acireale con il coordinamento della procura etnea.