L'iniziativa
Marsala, lo studio di Paolo Borsellno è il “museo della memoria”
Un’immersione nel mondo del giudice ucciso in via D'Amelio a Palermo

Nel secondo weekend del festival “Le Vie dei Tesori”, sabato 18 e domenica 19 ottobre, sarà possibile visitare uno dei luoghi più significativi della storia recente del nostro Paese della giustizia: la stanza dove Paolo Borsellino lavorò per oltre cinque anni, dall’agosto 1986 al marzo 1992, pochi mesi prima dell’attentato di via D’Amelio. Lo studio, conservato con le sue carte, la scrivania e la bandiera italiana alle spalle, è oggi un museo della memoria, inaugurato nel gennaio 2024 all’interno dell’ex Palazzo di Giustizia di Marsala, grazie all’iniziativa dell’Associazione Nazionale Magistrati e con il sostegno del Comune, che oggi insieme al sodalizio locale che lo gestisce, ha accolto il progetto nell’ambito del programma culturale trapanese.
La stanza si trova al secondo piano dell’ex Procura, oggi sede di uffici comunali. Sulla parete campeggia un'opera artistica che raffigura il magistrato, opera del marsalese Fabio Ingrassia, mentre sulla scrivania sono ancora presenti i faldoni su cui Borsellino stava lavorando. Un’immersione autentica nel suo mondo, nei suoi spazi, nei suoi documenti. La visita rappresenta un’occasione unica per riflettere sul valore della memoria, sull’impegno civile e sulla lotta alla mafia. Il museo, gestito da un’associazione culturale locale sotto la supervisione dell’Associazione Nazionale Magistrati, ha anche una funzione simbolica: mantenere viva la presenza di Paolo Borsellino nei luoghi della giustizia marsalese. È un’opportunità per i giovani che negli anni Novanta non erano ancora nati. Possono conoscere da vicino il volto umano della giustizia, attraverso gli oggetti, i documenti e l’atmosfera che hanno accompagnato uno dei protagonisti più luminosi della lotta alla criminalità organizzata.
Insieme alle visite delle scolaresche, che sono frequenti, lo spazio museale in questo week end sarà quindi ulteriore tappa delle visite turistiche di “Le vie dei tesori”.
Il programma della manifestazione prevede anche visite ai parcorsi del Parco archeologico Lilibeo, a Palazzo Fici, all’istituto agrario Abele Damiani, ex convento San Carlo dei primi anni del XVII secolo tra pareti rocciose imponenti scavate dall’uomo, e suggestivi anfratti.
Il festival quest’anno è patrocinato dalla Camera dei deputati, dal ministero della Cultura, sostenuto dall’assessorato al Turismo della Regione siciliana attraverso i fondi Funt del ministero del Turismo.