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IL CASO

Mondello, l'amministratore dell'Italo-belga sentito in Antimafia: «Rifiutiamo ogni condizionamento criminale»

Antonio Gristina è stato audito dalla commissione regionale d'inchiesta sul fenomeno mafioso nell'ambito di una seduta sui beni demaniali

Redazione La Sicilia

15 Ottobre 2025, 21:18

Mondello, l'amministratore dell'Italo-belga sentito in Antimafia: «Rifiutiamo ogni condizionamento criminale»

L’amministratore delegato di Mondello Immobiliare Italo Belga S.A., Antonio Gristina, è stato audito dalla commissione regionale Antimafia nell’ambito di una seduta dedicata alle cautele per prevenire infiltrazioni mafiose nella gestione di beni demaniali.

L’azienda ha messo a disposizione della commissione atti e informazioni utili a ricostruire procedure, contratti e controlli relativi alla gestione dell’area affidata.

«Come già detto, avremmo parlato nelle sedi istituzionali deputate. Così abbiamo consegnato documentazione e confermato il rifiuto di qualunque condizionamento criminale e ingerenza nella gestione quotidiana. La nostra priorità resta la tutela del bene pubblico e il doveroso rispetto delle regole», ha detto Gristina.

L'azienda ha inoltre illustrato i propri protocolli interni di verifica e i percorsi di miglioramento già avviati in materia di selezione di fornitori, controlli reputazionali, trasparenza e standard comportamentali e professionali.

La società è sulla bocca di tutti, e sulla stampa, sin da quest'estate. Quando l'intervento del deputato regionale di Controcorrente Ismaele La Vardera era servito a rimuovere i tornelli che impedivano l'accesso al mare, nonostante debba essere garantito. Da lì in poi, il caso di Mondello ha cominciato ad arricchirsi di nuovi dettagli, fino a quanto rivelato da Massimo Giletti durante la trasmissione "Lo stato delle cose" e da Salvo Palazzolo sul quotidiano La Repubblica: la presenza, tra i dipendenti della ditta e tra le aziende cui sono affidati alcuni servizi, di parenti del capomafia Salvo Genova.

Per le denunce, al deputato Ars La Vardera è stata assegnata la protezione personale dalla prefettura. «Mai avrei immaginato che a 32 anni sarei finito sotto scorta per il solo fatto che sto svolgendo il mio ruolo da consigliere regionale in Sicilia, ma questo purtroppo è», ha raccontato il politico su Facebook, spiegando anche che «questo non farà venire meno la mia voglia di continuare a svolgere il mio lavoro senza arretrare di un solo millimetro».