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Omicidio Taormina, caccia al complice: un amico di Maranzano nei guai, oggi l'udienza di convalida per l'arresto del presunto killer

Udienza di convalida per l’arresto di Gaetano Maranzano, 28 anni: ha confessato l’omicidio del 21enne Paolo Taormina; gli investigatori cercano un presunto complice che avrebbe colpito per primo con una bottiglia e indagano sul movente legato a messaggi falsi inviati alla moglie di Maranzano.

Luigi Ansaloni

15 Ottobre 2025, 10:24

Gaetano Maranzano

Gaetano Maranzano

Si tiene questa mattina, davanti al gip, l’udienza di convalida dell’arresto di Gaetano Maranzano, 28 anni, palermitano del quartiere Zen, fermato domenica con l’accusa di omicidio volontario per la morte di Paolo Taormina, 21 anni. Maranzano, che ha confessato, è assistito dagli avvocati Rosanna Vella e Melchiorre Monteleone.

Caccia al complice

Gli investigatori stanno concentrando l’attenzione anche su un altro giovane dello Zen, amico dell’indagato, che avrebbe partecipato all’aggressione colpendo per primo la vittima con una bottiglia. Per lui non si valuta soltanto l’ipotesi di favoreggiamento: gli inquirenti stanno verificando se il suo ruolo possa essere stato più attivo di quanto finora accertato.

La confessione di Maranzano

Quattro mesi fa scriveva a mia moglie con profili falsi su TikTok e Instagram, poi ho saputo che era lui”: così esordisce la confessione, otto pagine, resa da Maranzano.

Interrogato dai pm domenica, poche ore dopo il fermo eseguito dai carabinieri che erano risaliti a lui grazie alle testimonianze e alle immagini di alcune telecamere, il 28enne ha ricostruito quanto avvenuto sabato. Ha spiegato di essere andato nel locale di Taormina con alcuni amici, dei quali ha rifiutato di fornire i nomi. “Siccome lui era in difetto con me — dice — mi guardava male e si agitava, nel suo cervello mi voleva sfidare”.

E ancora: “Mi diceva che non si doveva fare casino. I ragazzi facevano casino e lui è venuto a prendere di petto me”, racconta riferendosi alla lite scoppiata all’esterno del pub. “In più io avevo astio con lui per la cosa di mia moglie. Mi sfidava. Parlava verso di me, diceva ‘qua non si deve fare vucciria’. ‘Mi state siddiando’. Mi voleva mettere in cattiva luce davanti alle persone”.