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Lo stupro del Foro Italico

Asia Vitale, l'audio choc e le nuove rivelazioni: "Cretini loro che hanno confessato, io ero consenziente ma..."

Audio trasmesso da Le Iene: Asia Vitale ammette di aver mentito sui primi momenti della serata, il podcast e la chiamata registrata che mettono in discussione il suo racconto e riaprono il caso.

Luigi Ansaloni

14 Ottobre 2025, 07:00

Asia Vitale

Asia Vitale e l'audio choc

L’audio al centro del caso è stato trasmesso quasi integralmente nella puntata de Le Iene andata in onda domenica 12 ottobre su Italia 1. Intervistata da Roberta Rei, Asia Vitale ha inoltre ammesso per la prima volta di aver mentito ai giudici sulla fase iniziale della serata. Qualche settimana fa, Vitale era stata ospite di un episodio del podcast condotto da Gioacchino Gargano, durante il quale il presentatore le ha rivolto domande che hanno scatenato l’indignazione della rete. “Di’ la verità, un po’ te ne sei approfittata?”, chiede Gargano, aggiungendo che “il dubbio nasce nel momento in cui tu debutti nei video”.

Le parole di Asia

Lei risponde: “Io ero rincoglionita, chiedevo solo dove mi stessero portando. Poi m’hanno spogliata e mi ha preso la testa”. Dopo la pubblicazione del podcast, i due si sono risentiti al telefono e Gargano ha registrato la chiamata. Il tono della conversazione, di cui in TV è stata diffusa in esclusiva una parte dei circa 31 minuti totali, appare molto diverso. Alla domanda del podcaster, “Io mi sbaglio di tanto?”, la giovane replica: “La complessità della mia mente diciamo ti ci avvicini, ma non arrivi a quanto posso essere sadica io, capito? Allora, la verità è che io ho sempre pensato a una cosa nella mia vita. Secondo te a che cosa?”. Il riferimento, a quel punto, è al denaro, al “fare soldi”. Gargano prosegue: “Amo, io penso questo: che per quanto riguarda il consenso, in realtà c’è sempre stato. C’è stata qualcosa oltre al sesso, perché amo, per come sei fatta tu, io dopo che ho fatto la puntata con te, a me il mondo mi ha scritto. Quindi ognuno che diceva ‘questa faceva questo a Ballarò’, o questo, capisci?”.

"Situazione non creata da me"

Vitale replica: “La situazione non l’ho creata io, mi ci sono ritrovata. Capisci? La situazione… dello stupro. Mi ci sono ritrovata, ok?”. Dalle parole registrate da Gargano sembra emergere che, in un primo momento, Vitale fosse consenziente al rapporto di gruppo: “Io gli ho detto ‘uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, a posto, venite con me’. Loro sono stati così cretini da ammettere la loro colpevolezza, quindi… Io a quel punto non ho potuto fare più niente. Anzi, addirittura mi ricordo che prima ancora che uscisse la notizia, io ero andata dai carabinieri per ritirare la denuncia, ma mi hanno detto che non era ritirabile, perché continuava d’ufficio”.

L'ammissione ma "non si sono fermati"

Alle Iene, Vitale ha motivato così quelle frasi: “Non mi sono confidata con un amico. Volevo autosabotarmi. Rispetto alla questione dei soldi, non lo so neanche io, perché non ho avuto un risarcimento per quello che è successo. Ridevo perché si stava bevendo tutte le cose che gli dicevo. Volevo che la gente avesse quello che ha sempre pensato. Avrei preferito andare in carcere piuttosto che sentire le loro offese ogni giorno. Come ho detto, il consenso inizialmente c’era, solo che poi è finita di merda perché realmente mi hanno fatto quello che mi hanno fatto”. È la prima volta che la giovane fornisce una versione differente rispetto a quella contenuta nelle carte processuali.

“Quella volta li ho incontrati e mi hanno fatto capire che volevano fare qualcosa. E gli ho detto va bene, andiamo. Però una volta che sono andata lì, a parte che mi ero drogata, mi ero fatta due grammi di bamba più alcol, non ero proprio lucida, ma al mio ‘basta e non ce la faccio più’, loro non si sono fermati e si sono messi a ridere per il dolore che provavo. L’ho detto al mio ex che è subito andato dalle forze dell’ordine, omettendo però il fatto che inizialmente c’ero andata col mio consenso. Ho pensato che non mi avrebbe creduto nessuno se dicevo semplicemente che all’ultimo mi sono tirata indietro perché stavo male. Per tutelare il racconto ho omesso la parte iniziale, un po’ diversa, per far sì che la gente non mi aggredisse, cosa che è successa lo stesso. Convivo col peso che se non ci fossi andata non sarebbe successo tutto questo casino e loro non sarebbero stati arrestati. Volevo distruggere la mia immagine”, ha concluso.

Gargano: "Non volevo metterla in difficoltà"

Le Iene hanno infine sentito anche Gioacchino Gargano: “Io non volevo metterla in difficoltà. In una situazione così delicata, dove c’è da una parte una vittima di violenza e dall’altra ragazzi condannati, credo che un audio del genere debba essere diffuso. Ho fatto sentire l’audio al mio avvocato, che mi ha detto che avrei potuto avere dei problemi in merito alla veridicità del file”. Nel frattempo, la registrazione è finita nelle mani dei legali dei sette giovani attualmente in carcere, che confidano in una possibile riapertura del caso.