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Il Libero Consorzio di Caltanissetta versa in crisi profonda

Si è passati da 600 dipendenti a 166 e tra poco ne verranno meno 13 dell’ufficio tecnico

Redazione Caltanissetta

07 Novembre 2025, 10:01

Il Libero Consorzio di Caltanissetta versa in crisi profonda

Il Libero Consorzio di Caltanissetta è in profonda crisi gestionale ed amministrativa: e questo perché il numero dell’organico dei dipendenti rimasti in servizio si è ora ridotto in maniera considerevole, passando da quasi 600 unità ad appena 166, un numero questo che si assottiglierà molto presto poiché tra poco anche altri 13 impiegati dell’Ufficio tecnico andranno in pensione. Una situazione che è destinata ad aggravarsi.

Una situazione che è stata ampiamente dibattuta nel corso della assemblea organizzata dai rappresentanti sindacali dell’Uil, e cioè Rosalinda Giuffrè, Maurizio Amico, Michelangelo Polizzi, Stefano Lo Iacono e Luigi Miccichè.

«Una assemblea – ha ricordato Michelangelo Polizzi – che si è resa necessaria per informare tutto il personale sulla situazione di stallo che si è venuta a creare all’interno dell’ente, vuoi perché non è stato applicato il vecchio contratto integrativo di lavoro ed anche perché siamo in procinto dell’approvazione di quello nuovo, per cui siamo con un ritardo di circa sei anni. La cosa più importante è quella che questo ente ha seguito delle vicissitudini a causa della “cancellazione” delle ex Province di fatto oggi sta pagando l’assenza quasi totale di personale: stiamo infatti vivendo il paradosso che circa cinque anni fa avevamo il personale ma non i soldi perché sono stati tagliati tutti i fondi mentre oggi che abbiamo i soldi non abbiamo più il personale. Questo ha procurato un disservizio completo a danno di tutto il nostro territorio. Il problema che stiamo vivendo inoltre è quello che da quando sono state fatte circa sei mesi fa le elezioni per il rinnovo delle cariche politiche dell’ente non vediamo dei provvedimenti finalizzati all’assunzione di nuovo personale. E poi c’è anche il disagio che i dipendenti rimasti ancora in servizio vengono oberati da un carico di lavoro immane ed insostenibile, con l’ente che si ritrova in presenza di una vera e propria beffa poiché pur avendo i soldi dobbiamo addirittura restituirli perché non c’è la capacità di poterli spendere».

«Quanti sono questi soldi attualmente disponibili? Diciamo che stiamo sicuramente parlando di diversi milioni di euro e probabilmente di una somma che va dai sei ai dieci milioni e forse di più – ricorda ancora il dirigente sindacale – il problema reale sarà quello che se immediatamente non vengono individuate le persone che possono venire ad effettuare il ricambio dei dipendenti ancora in attività e non vengono riorganizzati prima possibile i servizi essenziali non ha alcun senso parlare della riorganizzazione dell’ente e di fare altri settori, attività questa che sta cercando di fare l’amministrazione. Se ne vogliamo parlare per prepararci ha un senso, ma se ora si va ad approvare una macrostruttura che prevede la riorganizzazione del personale ciò non è possibile perché di fatto in questo momento i dipendenti in servizio sono sovraccaricati di lavoro in quanto ciascuno è chiamato ad occuparsi di tantissime cose. Tra l’altro anche i concorsi che sono stati banditi sono momentaneamente bloccati. Perché? Non lo so, questo va chiesto all’Amministrazione».