il focus
A19, viaggio della speranza tra Enna e Caltanissetta
Disagi, pericoli e rabbia tra i pendolari costretti ad allungare la strada
Da settimane, per la precisione dal 17 settembre, la chiusura temporanea della rampa di uscita dell’autostrada A19 Palermo-Catania allo svincolo di Caltanissetta per i veicoli provenienti da Catania sta causando disagi crescenti e preoccupanti. La riapertura è prevista per il 21 novembre, ma nel frattempo chi deve raggiungere Caltanissetta, Agrigento o i comuni delle rispettive province è costretto a un lungo e tortuoso percorso alternativo: proseguire verso Palermo, uscire allo svincolo Ponte Cinque Archi, invertire la marcia sull’A19 e tornare indietro verso Catania per imboccare finalmente la strada statale 640.
Un tragitto che, sulla carta, potrebbe sembrare solo un fastidio. Ma nella realtà quotidiana si trasforma in un incubo per centinaia di pendolari, con tempi di percorrenza triplicati, traffico congestionato e situazioni al limite del pericolo. Lo dimostra quanto accaduto nella tarda serata di mercoledì, quando un incidente nei pressi dello svincolo ha bloccato la circolazione intorno alle 21. Anche a mezzanotte il traffico era ancora rallentato, con automobilisti intrappolati per ore.
Il tratto tra Enna e Ponte Cinque Archi, che attraversa Caltanissetta, è lungo poco più di venti chilometri, ma è interamente a carreggiata unica. Basta un guasto, un tamponamento o un qualsiasi imprevisto per mandare in tilt l’intero flusso veicolare. E la situazione è aggravata dalla chiusura simultanea degli svincoli di Enna e Caltanissetta per chi viaggia da Catania verso Palermo. Una scelta che molti definiscono “scellerata”.
«I disservizi sono troppi, i pericoli reali. È diventato un viaggio della speranza», denunciano i pendolari, esasperati. Nessuno contesta la necessità dei lavori, ma ciò che viene messo in discussione è la loro gestione. «Chiudere Enna quando Caltanissetta è già fuori uso è da irresponsabili. Si viaggia a passo di camion, si rischia la vita».
Il racconto di chi ha vissuto quella serata è inquietante. Decine di automobilisti bloccati nella lunga galleria prima dello svincolo di Caltanissetta, una doppia corsia stretta e in curva, senza alcuna assistenza o segnalazione. «Potevamo essere travolti senza nemmeno accorgercene», raccontano. Le uniche informazioni arrivavano dagli automobilisti della corsia opposta, che avvisavano dell’incidente. Dopo una lunga attesa, alcuni hanno deciso di fare inversione di marcia in autostrada, in una carreggiata a doppia corsia, rischiando una tragedia pur di uscire da quella morsa. Tra loro anche turisti danesi, increduli davanti a una scena che sembrava surreale.
Molti sono riusciti a tornare indietro e raggiungere Enna, ma con ritardi di tre o quattro ore. «Non si può trasformare un viaggio di un’ora in un’odissea di mezza giornata. Gli incidenti vanno segnalati, i percorsi alternativi indicati chiaramente. Non si può rischiare la vita così».
Il tratto Enna-Caltanissetta è diventato un incubo. I pendolari chiedono che il 21 novembre lo svincolo venga davvero riaperto, perché con l’arrivo dell’inverno e delle piogge, il rischio di nuove tragedie è concreto. Serve una gestione più attenta, più umana, che metta al centro la sicurezza e la dignità di chi ogni giorno percorre queste strade.
«Non siamo contro i lavori – ribadiscono – ma vogliamo che siano programmati con criterio. Non si può chiudere tutto contemporaneamente, senza offrire soluzioni praticabili. La viabilità alternativa deve essere sicura, segnalata e monitorata. Non possiamo più permetterci di viaggiare nel buio, nella paura, nell’incertezza».