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L'iniziativa

Caltanissetta, teatro e giustizia per educare alla parità: gli studenti protagonisti di un evento formativo di alto valore sociale

La giudice Paola di Nicola Travaglini incontra gli alunni dopo lo spettacolo “Tutto quello che volevo” di Cinzia Spanò

Laura Mendola

30 Ottobre 2025, 22:58

Caltanissetta, teatro e giustizia per educare alla parità: gli studenti protagonisti di un evento formativo di alto valore sociale

Il teatro comunale “Regina Margherita” di Caltanissetta ha ospitato un evento formativo di grande impatto sociale e culturale, rivolto agli studenti delle scuole medie superiori della città. L’iniziativa, promossa dal Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Caltanissetta con il patrocinio del Comune, ha rappresentato un momento di riflessione profonda sui temi della giustizia, della dignità umana e della parità di genere.

Le istituzioni in dialogo con i giovani

L’evento si è aperto con i saluti istituzionali del Presidente del Comitato Pari Opportunità Salvatore Saia, seguiti dagli interventi del sindaco Walter Tesauro, della presidente della Corte d’Appello Domenica Motta, della vice Prefetto Chiara Fiammetta, della dirigente della direzione anticrimine Patrizia Pagano, del referente Anm Luigi Lo Valvo e del presidente dell’Ordine degli Avvocati Alfredo Saia. Tutti hanno sottolineato l’importanza di educare le nuove generazioni al rispetto, alla consapevolezza e alla costruzione di una società inclusiva.

Un monologo che scuote le coscienze

Cuore pulsante dell’iniziativa è stato il monologo teatrale “Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza”, scritto, diretto e interpretato da Cinzia Spanò. Con una scenografia essenziale e l’ausilio di voci fuoricampo, l’attrice ha portato in scena una vicenda giudiziaria realmente accaduta nel quartiere Parioli di Roma, dove alcune adolescenti si prostituivano dopo la scuola. La narrazione, ispirata alla sentenza della Giudice Paola di Nicola Travaglini, ha offerto uno sguardo critico sul sistema valoriale che ha trattato le giovani vittime con superficialità, ignorando la loro vulnerabilità e immaturità.

Una sentenza che cambia prospettiva

La giudice Travaglini, presente all’evento, ha tenuto una Lectio Magistralis al termine dello spettacolo, spiegando il significato profondo della sua decisione: il risarcimento non poteva essere monetario, ma doveva consistere in un percorso di conoscenza. Obbligare il condannato all’acquisto di libri e materiali formativi significava restituire dignità alla vittima, offrendo strumenti per comprendere il proprio valore e la storia delle battaglie femminili per l’emancipazione.

Le parole che lasciano il segno

«La società spesso attacca chi è vulnerabile, come le adolescenti protagoniste di questa vicenda», ha dichiarato Salvatore Saia. «Abbiamo scelto il teatro come mezzo educativo perché capace di veicolare emozioni e conoscenze». Il sindaco Tesauro ha aggiunto: «La parità di genere è un cammino già avviato, ma serve ancora impegno per tutelare le vittime e prevenire ogni forma di discriminazione».

L’assessore alle politiche giovanili Ermanno Pasqualino ha concluso con un appello accorato: «Dobbiamo ascoltare i giovani, farli sentire protagonisti del loro futuro. La magistrata oggi ha offerto loro una lezione di vita che, ci auguriamo, abbia toccato non solo la mente ma anche il cuore».

Educare alla consapevolezza

L’evento ha lasciato un segno profondo nei giovani presenti, stimolando la riflessione su temi cruciali come il rispetto, la libertà, la giustizia e la parità. Un esempio virtuoso di come le istituzioni possano dialogare con le nuove generazioni, offrendo strumenti per costruire una società più equa e consapevole.