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Marsala, la Giunta va ko sulla municipalizzata: la proposta è arrivata in aula poco prima delle elezioni Amministrative

L’atto bocciato per i tanti sospetti sollevati dall'opposizione, lo stop arriva senza il dibattito d'aula

30 Ottobre 2025, 06:57

Marsala, la Giunta va ko sulla municipalizzata: la proposta è arrivata in aula poco prima delle elezioni Amministrative

A Marsala si è consumato uno scontro politico che potrebbe lasciare il segno a pochi mesi dalle amministrative. Nell'ultima seduta il consiglio comunale ha bocciato la proposta dell’amministrazione guidata dal sindaco Massimo Grillo per trasformare “Marsala Schola” nella nuova azienda speciale “Marsala Servizi”, con l’obiettivo di ampliare le competenze e modernizzare la gestione dei servizi pubblici.

La delibera, illustrata dall’assessore Salvatore Agate, prevedeva una revisione dello statuto della partecipata, estendendone le funzioni oltre l’ambito scolastico (refezione, asili nido, scuolabus) per includere attività culturali, gestione di contenitori teatrali e organizzazione di eventi per le scuole. Ma l’aula ha detto no. E lo ha fatto senza dibattito, senza emendamenti. Un voto secco, che ha scatenato reazioni dure e dichiarazioni al vetriolo da parte di consiglieri come Flavio Coppola, Gabriele Di Pietra e Rino Passalacqua, contrari alla proposta e critici per le modalità con cui è stata portata avanti. Il sindaco Grillo ha così dovuto incassare una sconfitta politica pesante, su un progetto che aveva già sollevato dubbi e polemiche. Non solo per il merito, ma anche per il metodo.

La creazione di “Marsala Servizi” nelle intenzioni doveva rappresentare un cambio di rotta rispetto agli impegni assunti da Grillo, che aveva annunciato lo scioglimento della società, ritenuta inefficiente e costosa. Ora si puntava a rilanciarla sotto nuova veste, con una proposta che, secondo l’amministrazione, avrebbe semplificato la macchina comunale e reso più agile la gestione dei servizi. «La bocciatura non colpisce il sindaco, ma la città – ha tuonato la giunta – il consiglio ha perso un’occasione storica per riformare un ente che comunque scadrà nel 2026. Abbiamo presentato una proposta concreta, aperta a integrazioni. Nessuno ha parlato, nessuno ha proposto. Solo un voto contrario».

Sul piano normativo, il progetto sollevava comunque degli interrogativi: il Testo Unico sulle società partecipate impone vincoli stringenti alla creazione di nuovi enti, che devono essere giustificati da necessità reali e sostenibilità economica. E il tempismo, a pochi mesi dalle elezioni, non poteva non alimentare sospetti dai banchi dell'opposizione.