Il report
Caltanissetta è la provincia simbolo di precarietà: «Rendiconto Inps impietoso»
Il segretario Uil Guttilla: «Tanti contratti a tempo indeterminato e part time»

«Ci affidiamo alla forza dei numeri, quelli forniti dall’Inps nel Rendiconto 2024, per sottolineare ancora una volta come Caltanissetta in Sicilia sia la provincia simbolo di precarietà e disoccupazione, fuga dai territori e spopolamento, crisi e malessere. Più che lamentarci, vorremmo sbracciarci insieme con istituzioni politiche e parti sociali per costruire opportunità e rivendicare investimenti. La propaganda e gli annunci non servono, non ce lo meritiamo!». Salvatore Guttilla, segretario organizzativo della Uil Sicilia con delega su Caltanissetta, commenta così i contenuti del Rendiconto annuale presentato giovedì dall’Inps nella sede provinciale dell’Istituto. L’esponente sindacale, intervenuto nel corso dell’incontro, cita «tra i dati più significativi quello relativo al tasso di occupazione, in aumento al 41,7% ma pur sempre il più basso in Sicilia, prodotto da una crescita dei rapporti a tempo determinato, stagionale, in somministrazione o con contratto intermittente, che sono passati da 14.836 a 15.650 tra il 2023 e il 2024, mentre gli indeterminati sono purtroppo scesi da 4.949 a 4.483». Dal Rendiconto si ricava, inoltre, che i part-time rappresentano il 36,3 per cento sul totale dei dipendenti.
«Siamo di fronte – aggiunge Guttilla – a una fotografia dominata da un enorme buco nero per la mancanza di lavoro stabile e dignitoso. Spesso neanche sicuro. Situazione aggravata, peraltro, dalle disparità di genere evidenziate da un’occupazione femminile ben al di sotto delle percentuali regionali, che pure non sono esaltanti. In terra nissena, ad esempio, il tasso di inattività delle donne tra 35 e 49 anni raggiunge un picco del 60 per cento, mentre si ferma al 47.2 in Sicilia e al 28 in Italia».
L’allarme della Uil comprende altresì il rapporto migratorio: “A saldo negativo”, scrive il direttore della sede Inps di Caltanissetta, Domenico Falzone, nella presentazione del Rendiconto. Gli arrivi degli immigrati, insomma, non compensano le partenze degli emigrati. Per Salvatore Guttilla, «tutto questo pesa, insieme al calo delle nascite, su un saldo demografico che illustra significativamente, molto meglio di mille parole, quel fenomeno di progressivo spopolamento ormai sotto gli occhi di ciascuno di noi». E conclude: «Noi non ci rassegniamo al declino. Per questo, chiediamo piani seri e tempi certi di crescita delle infrastrutture e di ogni presupposto per assicurare finalmente sviluppo alle comunità nissene».