L'incontro
La Sicilia si candida a hub della transizione: materiali avanzati e IA per la leadership industriale Europea
L'Aidic rilancia il modello "3 C": la riconversione dell'industria vince solo coniugando economia, ambiente e stabilità sociale

La terza conferenza internazionale sulla Transizione Energetica, Ambientale e Digitale (E2DT 2025), organizzata dall’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica (Aidic) a Palermo, ha posto al centro del dibattito scientifico e industriale l'urgenza per l'Europa di consolidare la propria leadership attraverso l'innovazione. L'evento siciliano si è svolto in un momento cruciale, in cui la Commissione Europea ha identificato nei materiali avanzati enelle tecnologie digitali (come l'Intelligenza Artificiale) i pilastri fondamentali per raggiungere gli obiettivi del Green Deal entro il 2050.
La strategia "Advanced Materials for Industrial Leadership," presentata dalla Commissione a febbraio 2024, definisce i materiali avanzati come elementi chiave per la competitività, la resilienza e l'autonomia strategica aperta dell'Unione. L'Aidic, recependo queste istanze, ha sollevato questioni cruciali sulla transizione, evidenziando come l'approccio ideologico europeo, unito agli alti costi energetici e delle materie prime, stia penalizzando la competitività del sistema industriale non solo italiano.
Il presidente dell’Aidic, Giuseppe Ricci, ha insistito sulla necessità di un approccio tecnologicamente neutrale alla decarbonizzazione e ha delineato il modello vincente per una transizione sostenibile che non lasci indietro nessuno: il modello delle "3 C". La prima 'C' è la Consapevolezza, ovvero la presa di coscienza delle criticità del momento. La seconda è il Coraggio, indispensabile per le imprese chiamate a investire e a rischiare nell'innovazione. La terza e più importante 'C' è la Coniugazione della sostenibilità economica, ambientale e, crucialmente, sociale. "Se viene meno la stabilità sociale, il sistema crolla perché scatta il rigetto" ha ammonito Ricci, sottolineando che questo è un rischio ancora maggiore in contesti con elevato tasso di disoccupazione come la Sicilia.
Il dibattito ha dimostrato che la transizione è un processo complesso, che richiede la trasformazione delle attività industriali esistenti in una chiave circolare e innovativa. Ed è proprio su questo fronte che la Sicilia sta emergendo.
La Sicilia laboratorio Mediterraneo di sostenibilità e riconversione
Come emerso dalla tavola rotonda Aidic "iniziative di transizione energetica ed economia circolare nella Regione Sicilia" l'isola, forte della sua posizione strategica nel Mediterraneo e delle sue competenze universitarie e industriali, si sta candidando per diventare un hub europeo per la sperimentazione di tecnologie all'avanguardia. La regione non è più vista solo come polo di chimica di base, ma come laboratorio di innovazione: dalle bioraffinerie ai progetti sull'idrogeno, dal riciclo di materiali critici alle soluzioni di energia rinnovabile. Questo dinamismo è testimoniato non solo dalla riconversione degli impianti esistenti, ma anche dalla nascita di nuovi centri di competenza internazionali. Un esempio lampante è il polo creato da NextChem a Catania, che in un solo anno ha già assunto oltre 35 professionisti e mira a raddoppiare questa cifra entro la prima metà del 2026. L'obiettivo è trasformare il centro in un incubatore di nuove tecnologie proprietarie e di progetti industriali per l'intero gruppo. Un versante particolarmente interessante riguarda lo sviluppo di nuove tecnologie complementari a quelle petrolchimiche tradizionali: impianti capaci di trasformare i rifiuti non riciclabili in metanolo sostenibile per la decarbonizzazione del trasporto marittimo. La realizzazione di questi impianti, in sinergia con i poli chimici esistenti, è un elemento centrale nel processo di riconversione industriale auspicato dall'Aidic.
Giacomo Rispoli, responsabile del gruppo di lavoro Aidic sulla transizione energetica e Ad di MyRechemical, ha evidenziato la dimensione strategica e territoriale di questo progetto. La Sicilia presenta una combinazione unica di fattori che lo rendono ideale: la materia prima disponibile (l'isola produce oltre un milione di tonnellate annue di rifiuti indifferenziati (solo Palermo ne genera oltre 362.000, Catania quasi 280.000 e Messina più di 112.000), che potrebbero alimentare questi nuovi impianti. Poi la posizione marittima Essendo un crocevia per il traffico marittimo mediterraneo, l'isola potrebbe trasformare i suoi porti commerciali in hub per il rifornimento di carburanti sostenibili -come il metanolo -per le navi. Ed infine la riconversione dei siti industriali. L'utilizzo di quelli dismessi o in crisi permette di valorizzare le competenze tecniche acquisite in decenni di attività, facendo leva sulla risorsa locale dei rifiuti non più riciclabili".
L'allineamento con le normative marittime
L'iniziativa della riconversione industriale in chiave di combustibili marittimi sostenibili (e-metanolo) si inserisce in un tempismo perfetto a livello internazionale. Proprio in questi giorni, l'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) ha adottato a Londra il nuovo Net-Zero Framework, fissando obiettivi estremamente ambiziosi: emissioni nette zero entro il 2050 e una riduzione dell'intensità di carbonio dei combustibili navali del 20-30% già entro il 2030. Le nuove regole diventeranno obbligatorie a marzo 2027 per tutte le navi di stazza superiore alle 5.000 tonnellate.
Parallelamente, l'Unione Europea ha già incluso il settore marittimo nell'Emission Trading System (ETS) dal 2024. A ciò si aggiunge la normativa ReFuelEU Maritime, che impone che almeno il 2% dei combustibili navali sia rinnovabile dal 2025, una percentuale destinata a salire fino all'80% entro il 2050.
L'impegno delle grandi aziende presenti sul territorio riflette questa urgenza normativa e la visione di riconversione. Vincenzo Maida, Capo delle attività industriali di Versalis, ha evidenziato come l'azienda stia trasformando i propri assi portanti dalla chimica di base alla biochimica e alla circolarità, anche in un momento di mercato sfavorevole. In Sicilia, con i siti di Priolo e Ragusa, sono in corso operazioni che porteranno all’apertura di cantieri per una nuova bioraffineria e un impianto di riciclo chimico a inizio 2027.
Anche il presidente della Bioraffineria di Gela, Luca Alburno, ha raccontato un progetto di successo, ispirato alla visione di Enrico Mattei, che ha trasformato il sito nel più avanzato tecnologicamente nel settore della raffinazione circolare, dando nuova vita a impianti che avrebbero esaurito il loro ciclo lineare, fornendo un’opportunità economica e sociale al territorio.
Il ruolo dell'IA: oltre l'interruttore on-off
Un ulteriore elemento di trasformazione è l'integrazione del digitale avanzato nei processi industriali. Roberto Grillo, presidente della Raffineria di Milazzo, ha infatti chiarito che "la transizione non è un interruttore che passa da luce accesa a luce spenta" ma un fenomeno graduale che deve generare un miglioramento trasversale.
I tre pilastri della trasformazione della raffineria di Milazzo sono l'efficienza energetica (con oltre 40 milioni di euro di progetti nel biennio 2023-2024), la Digital Transformation e, in particolare, un progetto all'avanguardia di Intelligenza Artificiale Generativa. Questo progetto prevede l'introduzione di un operatore virtuale che affiancherà l'operatore fisico, mirando all'ottimizzazione dell'impianto e dei suoi consumi. Infine, il co-processing—legato al ciclo benzine—completa la strategia per gestire l'evoluzione e coniugare la crescente richiesta di biocarburanti nella raffineria tradizionale. Si tratta di un passo "molto sfidante" che introdurrà una componente bio significativa nel prodotto finale.
In conclusione, il messaggio che emerge dalla conferenza Aidic a Palermo è chiaro: la Sicilia, grazie agli investimenti delle grandi aziende, all'integrazione di materiali avanzati e IA, e alla strategica valorizzazione dei rifiuti non riciclabili, non è più un semplice punto sulla mappa energetica, ma un catalizzatore di un nuovo modello industriale. Un modello che, seguendo l'imperativo delle tre "C" di Ricci, punta a una transizione che sia non solo ecologica e tecnologica, ma soprattutto economicamente sostenibile e socialmente inclusiva.