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Il racconto

Trapani-Erice torna il dibattito per la fusione dei due territori, il comitato lavora a una legge regionale

Tra i promotori c'è Mistretta: «Per ora il referendum è l’ultima strada. I consiglieri sono contrari»

14 Ottobre 2025, 08:57

Trapani-Erice torna il dibattito per la fusione dei due territori, il comitato lavora a una legge regionale

Si riapre il dibattito sulla possibile fusione tra i Comuni di Trapani e Erice. Una vecchia questione, che quasi sempre si è incrociata con il confronto politico. Anche se il comitato costituitosi anni fa per promuovere questo obiettivo dice che vuole essere distante da politica e politici. In realtà, sono sempre stati ben lontani da chi è stato, e lo è ancora, alla guida delle due città, considerando che l'attuale sindaco del capoluogo, è sempre stato contrario alla fusione, anche quando era alla guida del Comune montano.

Il comitatoTrapani Erice una Città” sta predisponendo, con altre due analoghe realtà associative dell'agrigentino e del siracusano, una bozza da sottoporre all'attenzione del governo regionale per la modifica della legge attualmente in vigore che in Sicilia disciplina le procedure di fusione e di riordino delle circoscrizioni comunali, che oggi prevede che il risultato sia vincolante solo nel caso in cui partecipi al voto la maggioranza assoluta degli aventi diritto (50% + 1). Si tratta di una soglia praticamente irraggiungibile, in una fase storica in cui i cittadini continuano a disertare le urne anche quando ci sono le preferenze. Figurarsi nel caso di un referendum.

La proposta del comitato è di abbassare questa soglia al 25 per cento, come accade in qualche altra regione italiana. Ed a “cavalcare” la fusione è oggi Valerio Antonini, che con il suo movimento “Futuro” è in pressing sull'amministrazione comunale trapanese. Orazio Mistretta, presidente del comitato, dice che il gruppo civico non ha un'identità politica, ma precisa: «Noi pronti ad abbracciare – ci dice - quelle forze politiche che si impegneranno per il raggiungimento di questo obiettivo, che è fusione di un territorio che non può restare diviso».

In nessuno dei due Comuni c'è mai stato un referendum sulla unificazione delle due città, ma per Mistretta non è un precedente realistico: «Ne venne fatto uno consultivo una decina di anni fa ad Erice – continua – ma era una domenica d'estate, lo propose un'amministrazione palesemente contraria alla unificazione». Ma perché fondere le due città ? Per avere una maggiore forza economica e demografica, la razionalizzazione dei servizi con conseguente risparmio di tempo e denaro per i cittadini, l'aumento del peso politico a livello regionale ed europeo e l'accesso a specifici contributi finanziari statali.

«C'è una parcellazione che non può più esistere – dice ancora Mistretta – c'è una posizione contraria che porta solo ad aumentare le spese ed a creare disagi ai cittadini. Certo, si perderebbero tanti incarichi e poltrone e questo non piace alla politica, ma oggi è anacronistico che due realtà territoriali così vicine rimangano divise». Per il Comitato la fusione non è utopia: «Si può arrivare al referendum su richiesta della maggioranza del consiglio comunale – conclude – io sono oggi sicuro che quelli di Trapani ed Erice voteranno a favore, anche se la maggioranza politica appartiene ai due sindaci in carica, che non vogliono la fusione. Ma ci dobbiamo arrivare solo se il quorum scende al 25 per cento + 1».